Ritrovata in una discarica la pietra tombale smarrita della contessa di Castiglione

24 Gennaio 2021

Portata da Parigi alla sede del premio Grinzane Cavour, la lapide era scomparsa da anni

CAVOUR. Via Almese ad Alpignano è una stretta via di campagna che costeggia la Dora Riparia. Per anni, abbandonato in una discarica edile, è rimasto incustodito un piccolo e simbolico reperto legato alla storia del Risorgimento italiano. La pietra tombale della contessa di Castiglione è stata ritrovata in questo angolo di provincia un paio di settimane fa, tra un vecchio congelatore e detriti, dopo una ricerca durata alcuni mesi e portata avanti con grande energia dalla Fondazione Camillo Cavour di Santena. «È la rivincita della burocrazia», ha detto il presidente Marco Boglione.

Ricostruire i movimenti che hanno riportato alla sua localizzazione non è stato semplice. Soprattutto intricati sono i passaggi che l’hanno portata dal celebre cimitero di Père-Lachaise di Parigi a una discarica di Alpignano. La chiave di volta arriva qualche mese fa quando – grazie alla testimonianza di un liquidatore – si apprende della sua possibile esistenza. «Fino al 2009 la pietra si trovava nel cortile della sede del Premio Grinzane, in via Montebello a Torino – spiega Marco Fasano, direttore della Fondazione Cavour – portata dal patron del premio Giuliano Soria». Il perché Soria, molto legato a Parigi, riesca a trasportare la pietra tombale nel cortile di casa sua è uno dei misteri di questa vicenda. Di certo si sa che il professore è stato tra i curatori della mostra torinese del 1999 «La contessa di Castiglione e il suo tempo». Quando iniziano i guai giudiziari del patron del premio, tra 2009 e il 2015, la sede dell’Associazione viene smantellata. Parte del materiale viene ceduto a un geometra che possiede il terreno di Alpignano. Qui vengono depositati, o meglio abbandonati, compresa ovviamente la pietra tombale. «È stato sufficiente ripercorrere questi passaggi come un’indagine per arrivare alla sua localizzazione – precisa Fasano – di tutto questo dobbiamo ringraziare il dottor Enrico Stasi, che ha curato il fallimento, e il giudice Vittoria Nosengo del tribunale di Torino».

Giovedì la pietra tombale è stata prelevata dalla discarica di Alpignano ed è stata portata nel giardino del castello di Cavour a Santena. «Ora contatteremo l’Ambasciata di Francia per procedere ai corretti passaggi burocratici», precisa Boglione. Bisogna prima capire chi sia il legittimo proprietario. La soluzione più probabile, auspicata dai vertici di Santena, è che la pietra tombale venga riconosciuta come proprietà della Francia, in prestito d’uso permanente alla Fondazione Cavour, che già possiede altri cimeli della nobildonna che ha contribuito a fare l’Italia.

Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, muore nel 1899 a Parigi e viene seppellita nel cimitero di Père-Lachaise, lo stesso dove riposano Oscar Wilde, Jim Morrison e Chopin. Considerata tra le donne più belle della sua epoca, viene mandata in missione nel 1856 a Parigi da suo cugino, Camillo Benso di Cavour, alla corte di Napoleone III per perorare presso l’imperatore l’alleanza franco-piemontese in vista della Seconda guerra di Indipendenza e la conquista della Lombardia. Un dettaglio testimoniato da una lettera che Cavour scrive a Luigi Cibrario nel febbraio di quell’anno, specificando di aver chiesto alla cugina di «coqueter» l’Imperatore. «Fare la civetta», per ragion di Stato.



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