Portata da Parigi alla sede del premio Grinzane Cavour, la lapide era scomparsa da anni
CAVOUR. Via Almese ad Alpignano è una stretta via di campagna che costeggia la Dora Riparia. Per anni, abbandonato in una discarica edile, è rimasto incustodito un piccolo e simbolico reperto legato alla storia del Risorgimento italiano. La pietra tombale della contessa di Castiglione è stata ritrovata in questo angolo di provincia un paio di settimane fa, tra un vecchio congelatore e detriti, dopo una ricerca durata alcuni mesi e portata avanti con grande energia dalla Fondazione Camillo Cavour di Santena. «È la rivincita della burocrazia», ha detto il presidente Marco Boglione.
Ricostruire i movimenti che hanno riportato alla sua localizzazione non è stato semplice. Soprattutto intricati sono i passaggi che l’hanno portata dal celebre cimitero di Père-Lachaise di Parigi a una discarica di Alpignano. La chiave di volta arriva qualche mese fa quando – grazie alla testimonianza di un liquidatore – si apprende della sua possibile esistenza. «Fino al 2009 la pietra si trovava nel cortile della sede del Premio Grinzane, in via Montebello a Torino – spiega Marco Fasano, direttore della Fondazione Cavour – portata dal patron del premio Giuliano Soria». Il perché Soria, molto legato a Parigi, riesca a trasportare la pietra tombale nel cortile di casa sua è uno dei misteri di questa vicenda. Di certo si sa che il professore è stato tra i curatori della mostra torinese del 1999 «La contessa di Castiglione e il suo tempo». Quando iniziano i guai giudiziari del patron del premio, tra 2009 e il 2015, la sede dell’Associazione viene smantellata. Parte del materiale viene ceduto a un geometra che possiede il terreno di Alpignano. Qui vengono depositati, o meglio abbandonati, compresa ovviamente la pietra tombale. «È stato sufficiente ripercorrere questi passaggi come un’indagine per arrivare alla sua localizzazione – precisa Fasano – di tutto questo dobbiamo ringraziare il dottor Enrico Stasi, che ha curato il fallimento, e il giudice Vittoria Nosengo del tribunale di Torino».
Giovedì la pietra tombale è stata prelevata dalla discarica di Alpignano ed è stata portata nel giardino del castello di Cavour a Santena. «Ora contatteremo l’Ambasciata di Francia per procedere ai corretti passaggi burocratici», precisa Boglione. Bisogna prima capire chi sia il legittimo proprietario. La soluzione più probabile, auspicata dai vertici di Santena, è che la pietra tombale venga riconosciuta come proprietà della Francia, in prestito d’uso permanente alla Fondazione Cavour, che già possiede altri cimeli della nobildonna che ha contribuito a fare l’Italia.
Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, muore nel 1899 a Parigi e viene seppellita nel cimitero di Père-Lachaise, lo stesso dove riposano Oscar Wilde, Jim Morrison e Chopin. Considerata tra le donne più belle della sua epoca, viene mandata in missione nel 1856 a Parigi da suo cugino, Camillo Benso di Cavour, alla corte di Napoleone III per perorare presso l’imperatore l’alleanza franco-piemontese in vista della Seconda guerra di Indipendenza e la conquista della Lombardia. Un dettaglio testimoniato da una lettera che Cavour scrive a Luigi Cibrario nel febbraio di quell’anno, specificando di aver chiesto alla cugina di «coqueter» l’Imperatore. «Fare la civetta», per ragion di Stato.