Chiamata la «femme fatale» del Risorgimento: la scoperta grazie alla fondazione Cavour
TORINO • La pietra sepolcrale della contessa di Castiglione, femme fatale del Risorgimento, rispunta dopo vent`anni. Era data per dispersa, ma – secondo quanto ha ricostruito l'ANSA- è stata ritrovata grazie al lavoro di ricerca della Fondazione Cavour, presieduta da Marco Boglione. Era tra i reperti della liquidazione del vecchio Premio Grinzane e Cavour. Il suo patron Giuliano Sona l'aveva portata a Torino nel 1999 – in occasione del centenario della morte della contessa – dal cimitero Pere-Lachaise di Parigi, dove era stata sostituita con una copia, con l'accordo di provvedere, a proprie spese, al restauro. Lapietra, arrivata a Torino, non poté essere restaurata poiché Soria, morto nel 2019, fu implicato in gravi vicende giudiziarie. L'istituzione da lui presieduta fu messa in liquidazione. La lapide fu, quindi, abbandonata nel deposito di un'impresa edile che, nel frattempo, aveva cessato la sua attività. Considerata una delle donne più affascinanti della sua epoca, capelli biondi, occhi azzurri, slanciata, Virginia Oldoini, era cugina di Camillo Benso Conte di Cavour. A soli 17 anni sposò Francesco Verasis Asinari, conte di Costigliole d'Asti, matrimonio che durò formalmente una dozzina di anni. Fu Cavour – si racconta – a chiederle di sedurre Napoleone III per convincerlo a sostenere l'alleanza franco-piemontese. In una lettera al conte Luigi Cibrario Cavour dice di avere promesso alla bellissima contessa che, se la «missione» fosse andata a buon fine, avrebbe dato a suo padre il titolo di segretario a San Pietroburgo.