I luoghi cavouriani:
santena, grinzane, leri

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Il castello di Grinzane Cavour (Cuneo)
Il castello di Grinzane Cavour (Cuneo)
Leri, frazione del Comune di Trino (Vercelli)
Leri, frazione del Comune di Trino (Vercelli)

Santena, il luogo della memoria cavouriana

A Santena riposano le spoglie di Camillo Cavour, accanto ai suoi famigliari, nel luogo dei suoi affetti più intimi.

Dalla primavera 2021, il castello di Santena è sede del Memoriale cavouriano. Oggi, visitando il Memoriale, il Palazzo delle Scuderie con l’Archivio (circa 200 metri lineari di documenti) e la biblioteca, il parco, la torre viscontea, e – in un prossimo futuro – la Cascina “Nuova”, si ripercorrono episodi significativi della storia italiana ed europea, si incontrano i personaggi principali del Risorgimento e i famigliari che vissero accanto all’artefice dell’Unità d’Italia.
Ogni anno si commemorano nel Polo cavouriano tre date importanti: il 17 marzo (“Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”), il 6 giugno (anniversario della morte di Camillo Cavour) e il 20 settembre (Breccia di Porta Pia) con la consegna del Premio Camillo Cavour.

Santena e gli asparagi

Uno degli ortaggi più classici della pianura torinese, l’asparago, vede una rinomata zona di produzione in Santena, soprattutto laddove il terreno è sabbioso, permeabile e poco calcareo. Ancora oggi l’asparago rappresenta, come scrisse Camillo Cavour in una lettera del marzo 1847 al cugino William De la Rive, “la source de la prospérité de Santena”.

Grinzane, le prime esperienze in ambito agricolo

A Grinzane, l’imponente castello del XIII secolo, sito in uno dei paesaggi più pittoreschi della Langa – di proprietà della famiglia Benso dal 1815 – è sede dal 1967 dell’Enoteca Regionale, una vetrina prestigiosa dei migliori vini e grappe piemontesi, rigorosamente selezionati: primi fra tutti il Barolo e il Barbaresco.

A giugno 2014 il Castello ha ricevuto il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità-UNESCO, assieme ai “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato”.

All’interno del castello, oltre all’Enoteca, è di notevole interesse il museo storico-etnografico con cimeli cavouriani e arredi di varie epoche.

Ogni anno il castello ospita l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba.

Grinzane e il Barolo

Il nebbiolo ha trovato negli undici comuni delle Langhe in cui è prodotto, poco a sud della città di Alba – fra i quali Grinzane Cavour – condizioni pedo-climatiche uniche, tanto da elevarsi al di sopra delle altre produzioni di nebbiolo e ha preso il nome di uno di questi comuni: Barolo, un vino rosso Docg famoso nel mondo.

A Grinzane, Camillo Cavour – amministratore della tenuta di famiglia di circa 200 ettari – chiamò come consulenti prima il generale Staglieno e poi Louis Oudart, che svolgeva la sua attività commerciale a Genova.

Oudart non portò grandi innovazioni in enologia: come scrisse Luciano Tablino “igiene, travasi ripetuti e conservazione del nebbiolo di legno furono le sue priorità”. Fu il primo, forse, a usare bottiglie di vetro pesante, che acquistava in Francia. Nel vigneto le innovazioni più importanti furono l’utilizzo di nuovi concimi e la propagazione della vite con metodi più razionali.

Per informazioni: www.castellogrinzane.com

Leri, il luogo delle sperimentazioni

L’enorme tenuta di Leri – nel comune di Trino (Vercelli) – di circa 900 ettari, già appartenuta al padrino di Camillo Cavour, Camillo Borghese, marito di Pauline Bonaparte, è il luogo in cui il futuro Primo Ministro d’Italia introdusse innovazioni importanti nel settore agricolo: dall’utilizzo del guano importato dal Sud America allo sviluppo di nuove macchine agricole, all’introduzione di nuove varietà di risi.

Leri e il riso

Il riso nasce in primavera nella pianura vercellese: decine di canali prendono acqua dal Sesia e dal Ticino e irrigano il territorio tra Vercelli e Novara, dove si coltiva il 50% circa della produzione risicola italiana. Ma la risaia vercellese fu anche una sorta di laboratorio sociale: le attività quali il trapianto, la monda e la mietitura del riso necessitavano di manodopera.

Queste attività, fino a pochi anni fa, portavano dalla tarda primavera decine di migliaia di persone, in particolare le mondine, le lavoratrici stagionali che ispirarono capolavori della letteratura e del cinema.

Oggi la risicoltura vercellese è un settore nel quale convivono tradizione e innovazione, nel quale la ricerca di nuove tecnologie, di nuove tecniche agricole e di nuove varietà risicole richiamano le esperienze portate avanti da Camillo Cavour e dal suo fattore Giacinto Corio nella tenuta di Leri a Trino.

Per informazioni:  Associazione L.E.R.I. Cavour