Il MEMORIALE Cavour
Piano terra
"La dimora degli avi" (M01)
Dalla grande sala settecentesca delle cacce affacciata sul parco – riportata al suo antico splendore e ai suoi colori originali – ha inizio l’evocazione cavouriana. In questo ambiente aulico la famiglia di Camillo Cavour è richiamata da diversi busti, che si armonizzano con un allestimento storicizzato. Spiccano il salotto, dove si trovano poltrone e divanetti con ricami Bandera, e i sontuosi paraventi di manifattura cinese. Una colonna sonora e la proiezione sulla volta immergono il visitatore in una nostalgica atmosfera del giugno 1861.
"I pranzi in famiglia" (M02)
L’ambiente, destinato a sala da pranzo, è impreziosita da Nature morte con cacciagione e Animali in posa, opere di Angelo Maria Crivelli e di Giovanni Crivelli. L’ambiente, riallestito nell’Ottocento da Giuseppina Cavour, nipote dello statista, è evocativo dei momenti conviviali in cui si giocarono relazioni, contrasti e affetti. La voce narrante rievoca momenti dell’infanzia di Cavour, a partire dal prezioso servizio da tavola di Baccarat con lo stemma dei Benso.
“Il Castello nella tradizione iconografica” (M03)
Nella sala piccola è radunata l’iconografia della residenza di Santena, costituita dai rari dipinti esistenti. Le immagini suggeriscono le stratificazioni secolari del luogo, mentre la voce narrante rimanda al legame affettivo di Camillo e della famiglia con la dimora. Mapping e proiezioni evocano le varie “case” dei Benso con particolare attenzione al castello di Santena, opera di Francesco Gallo (1712-20), e al palazzo torinese, progettato da Gian Giacomo Plantery (1729).
“I Benso di Cavour: una genealogia per immagini” (M04)
La sala, già studio del ministro Emilio Visconti Venosta, fruisce di apparati multimediali che, creando un ambiente in penombra, illuminano di volta in volta, in successione cronologica, i personaggi ritratti nella stanza. Lo scopo è quello di visualizzare le parentele di Camillo Cavour e l’antichità della stirpe dei Benso. La voce narrante evoca il rapporto del Conte con la tradizione familiare.
“Il gusto cosmopolita per la celebrazione della stirpe” (M05)
La sala accanto, allestita con arredi che ripropongono il gusto settecentesco della cineseria, simbolo di una cultura condivisa dalla nobiltà internazionale, è certamente stata vista da Camillo e vissuta nei suoi soggiorni a Santena. La musica di Pugnani sottolinea la magnificenza familiare, cercata e coltivata attraverso i secoli.
“Le alleanze familiari” (M06)
I numerosi ritratti presenti nel salotto richiamano le strategie matrimoniali dei Cavour con l’aristocrazia sabauda di antica data, in particolare con i Lascaris di Ventimiglia. La musica di Viotti richiama l’aulicità dell’ambiente, in tema con il sontuoso affresco della volta riportato in luce dai recenti restauri.
“Le radici savoiarde” (M07)
La marchesa Filippina di Cavour, nata de Sales, rappresenta il mutato status socio-economico della famiglia dei Benso tra antico regime ed età napoleonica, a seguito di nuove alleanze parentali. L’allestimento della stanza della marchesa, con il prezioso letto a baldacchino, contribuisce alla rievocazione del forte legame affettivo di Camillo con la nonna savoiarda: un rapporto sottolineato dalla voce narrante.
“La fine di un mondo” (M08)
L’allestimento della sala prevede la presenza dell’importante raccolta di dodici incisioni di Pietro Bagetti, che appartengono alla serie di Vedute del Piemonte e del Nizzardo (1793-1795): a testimonianza di un’atmosfera di fiducia di una famiglia risollevata nelle sorti economiche e sociali, in un momento di transizione tra due epoche. In tale contesto, gli eventi bellici del tempo e il crollo della Stato sabaudo trovano narrazione in una soluzione multimediale visiva e sonora che attinge alla serie di dipinti delle campagne napoleoniche eseguite dallo stesso Bagetti.