(Immagine: Archivio Fondazione Camillo Cavour)
Figlio di Giuseppe Filippo Benso di Cavour e Philippine de Sales de Duingt, nacque a Torino il 14 dicembre 1781 e diventò il VII° marchese di Cavour nel 1807.
(Immagine: Archivio Fondazione Camillo Cavour)
È ancora bambino quando scoppiò la rivoluzione francese, ma a soli sedici anni dovette arruolarsi nell’esercito repubblicano francese, che aveva occupato il Piemonte e che combatteva contro le forze austro-russe per la conquista dell’Italia settentrionale.
Quando nel 1799 gli austriaci sembrarono riprendere il sopravvento, Michele – sperando in un ritorno dei Savoia – lasciò l’esercito francese e si unì ad un nucleo dell’esercito sabaudo appena ricostituito. L’illusione fu breve perché Napoleone sconfisse a Marengo gli austro-piemontesi e restaurò il domino francese in Piemonte. Michele, temendo ritorsioni, espatriò recandosi dapprima in Toscana, poi a Ginevra insieme allo zio Franchino.
Rientrò a Torino solo nel 1802, dopo l’annessione del Piemonte alla Francia, allorché i Benso – come molti nobili piemontesi – si rassegnarono a collaborare col nuovo governo consolare di Napoleone, vedendo in lui un tutore dell’ordine e una garanzia contro gli estremismi rivoluzionari.
Nel 1805 sposò Adèle, figlia del conte Jean-Gaspard de Sellon, conosciuta durante il soggiorno ginevrino.
Dal matrimonio nacquero due figli: Gustavo nel 1806 e Camillo nel 1810.
Nel 1808 intanto con l’arrivo a Torino del principe Camillo Borghese e della consorte Pauline Bonaparte, i marchesi di Cavour furono chiamati a far parte della corte imperiale: Michele ebbe l’incarico di primo ciambellano del principe ed in seguito fu nominato barone dell’Impero.
Alla caduta di Napoleone, i Savoia tornarono sul trono e allontanarono dalle cariche pubbliche tutti coloro che avevano collaborato coi francesi; Michele perse la carica di amministratore della tenuta di Lucedio, ex proprietà del principe Borghese, ma nel 1822 ne comprò una parte consistente – la tenuta di Leri – che amministrò personalmente.
Gestì di persona anche le tenute di Santena, Ponticelli e Trofarello, nonché quella di Grinzane, appartenente alla cognata Victoire. Il figlio Camillo ereditò dal padre le doti di eccellente amministratore.
La diffidenza dei Savoia verso i marchesi di Cavour fu di breve durata e il marchese Michele nel 1819 fu chiamato a far parte del Consiglio Municipale di Torino; nel 1833 fu nominato sindaco e nel 1835 venne scelto da Carlo Alberto come Vicario e Soprintendente di polizia, carica che mantenne fino al 1847.
Morì a Torino il 15 giugno 1850 e fu sepolto a Santena nella tomba di famiglia all’interno del Polo cavouriano.