
GIOVANNI LANZA (Casale Monferrato 15 febbraio 1810 – Roma 9 marzo 1882), medico, fece parte dell’Associazione Agraria. Volontario nella campagna del 1848 venne eletto deputato in diversi collegi e sarà ogni volta ininterrottamente riconfermato dalla I alla XIV legislatura. Inizialmente si schiera all’Estrema Sinistra ed ha modo di distinguersi per l’assiduità ai lavori parlamentari; è membro della Commissione preposta all’indagine sulla sconfitta di Novara ed è contrario all’armistizio. Ma la sua naturale indole di conservatore illuminato lo porta presto ad assumere posizioni più moderate ed è uno dei padri del Centro-sinistro: prende parte alla fondazione del giornale L’Opinione e appoggia il Connubio fra Cavour e Rattazzi. Nel 1852 è eletto vicepresidente della Camera, nel 1855 è il relatore dell’intervento in Crimea. Nel novembre 1855 è chiamato dal Cavour alla guida del dicastero della Pubblica Istruzione che tiene sino al luglio del 1859, reggendo anche in diverse occasioni l’interim delle Finanze. Trovandosi a ricoprire la carica di responsabile delle Finanze alla vigilia della seconda guerra d’indipendenza, provvede allo stanziamento dei fondi necessari alla preparazione bellica. Presidente della Camera dal 10 aprile 1860 al 7 marzo 1861, è riconfermato nell’incarico dal 6 dicembre 1867 al 25 novembre 1868 e, per la terza volta dal 19 novembre 1869 al 12 marzo 1870. Dal settembre 1864 al novembre 1865 è ministro dell’Interno nel governo Lamarmora e presenta al Parlamento per la ratifica la legge sul trasferimento della capitale da Torino a Firenze. Dal dicembre 1869 al luglio 1873 è presidente del Consiglio, caratterizzando il proprio ministero con un programma di economie all’osso e con l’assoluta neutralità nel conflitto franco-prussiano. Riesce in tal modo a ricongiungere Roma all’Italia (20 settembre 1870): al Lanza si deve anche la legge sulle Guarentigie che regolerà i rapporti con la Santa Sede sino ai Patti Lateranensi del 1929.
Soprannome: Lanza
Fonte: Camera dei Deputati