Commercio della seta in Inghilterra

20 Gennaio 1848

Dal giornale l’Economist ricaviamo alcuni interessanti dati sul commercio della seta in Inghilterra. Esso non fu molto prospero l’anno scorso, quantunque abbia sofferto meno che altri generi di commercio. L’importazione totale del 1847 fu minore di 587.994 libbre che nell’anno antecedente. La tavola annessa tuttavia darà più minuti particolari:

Importazioni

18461847
Bengala
Libbre1.325.250Libbre1.084.500
China
»2.067.540»1.997.466
Asia minore
»286.900»216.980
Persiana
»165.000»50.400
Chinese tratta
»—-»59.400
Italiana cruda
»700.000»689.150
Italiana tratta»469.000»327.800
  5.013.6904.425.696

Consumazione

18461847
Bengala
Libbre1.455.150Libbre1.353.150
China
»1.552.950»1.919.538
Asia minore
»249.220»151.050
Persiana
»154.500»42.900
Chinese tratta
»—-»33.770
Italiana tratta»1.405.600»907.500
  4.817.4204.407.908

La consumazione fu perciò anche minore di libbre 409.512.

I prezzi ebbero una generale tendenza a discendere in gran parte per causa dello stato del numerario in commercio, e alla [sic] determinazione dei consumatori di non comprar nulla oltre al bisogno. La diminuzione principale fu quanto alla seta italiana, la prima del nuovo ricolto, intorno alla metà dell’anno, essendosi venduta da 3 a 4 scellini per libbra meno che nel precedente anno.

Dobbiamo osservare tuttavia che le sete italiane conservano sempre un prezzo notabilmente maggiore sui mercati inglesi: giacché, mentre le chinesi si vendevano da 10 a 16 scellini, le sete lombarde crude di prima qualità si vendevano da 18 a 20. Ma ove si trascurasse il perfezionamento dell’industria serica, mentre sì assidua opera vi danno altre nazioni, l’Italia potrebbe veder diminuita d’assai una delle più abbondanti sorgenti di ricchezza.

Non può competere pel prezzo con l’India e colla China. Deve cercare a mantenere ed accrescere quella superiorità, che solo può procurare un progressivo smercio sul mercato inglese alle sue sete.

A questi documenti inglesi aggiungeremo uno specchio delle sete entrate nello stabilimento delle stagionature a Lione, nell’ultimo semestre dell’anno 1847.

Organzini
»
francesi
esteri
colli
»
3.802
640
}Kilogrammi180.032
Trame
»
francesi
esteri
»
»
3.320
809
}»260.134
Greggie
»
francesi
esteri
»
»
1.602
900
}»235.455
Diverse
»
»»
»
»
735
436
 »
»
»
28.961 4.048
   12.244 908.630

Quest’aumento che dinota una crescente attività nelle fabbriche lionesi, e prova che ad onta della crisi industriale, che travagliò la Francia, la consumazione dei panni di seta non cessò di seguire quel progressivo aumento che si nota da tanti anni; e che basta a rendere tranquilli i produttori italiani, che si spaventano delle nuove piantazioni di mori e delle importazioni delle sete asiatiche.

Noteremo con dispiacere quanto sia piccola la parte che le sete estere, la maggior parte italiane, hanno alla consumazione del gran mercato di Lione. Qui non abbiamo a combattere con sete prodotte a minor costo delle nostre, ma con sete molto più perfette di quelle che produciamo.

Non cesseremo mai di ripetere che i miglioramenti ed i progressi sono oramai una condizione essenziale di vita per l’industria serica, onde essa possa combattere contro il buon mercato delle sete orientali sul mercato di Londra, e reggere al confronto delle sete di Francia sul mercato di Lione.

Dopo aver riferiti fatti poco favorevoli al commercio serico, ne noteremo per ultimo uno che può e deve rianimarli. Ed è il paragone delle operazioni eseguite nell’edifizio delle condizioni negli ultimi semestri degli anni 1846 e 1847.

1846
numero12.244pesoKilogrammi908.630
1847
»11.210 »819.486
aumento 1.034»89.144

Quest’aumento che dinota una crescente attività nelle fabbriche lionesi, e prova che ad onta della crisi industriale, che travagliò la Francia, la consumazione dei panni di seta non cessò di seguire quel progressivo aumento che si nota da tanti anni; e che basta a rendere tranquilli i produttori italiani, che si spaventano delle nuove piantazioni di mori e delle importazioni delle sete asiatiche.


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